"Il passeggero abituale... drogato dal trasporto non ha più coscienza dei poteri fisici, psichici e sociali che i piedi di un uomo posseggono"(ivan illich)
NO ALL'OBBLIGO VACCINALE, NO AL GREEN PASS .
(veronaperlalibertà)
In memoriam 29-05-1985
TRENTANOVE ANNI FA, L’HEYSEL
29 maggio 1985.
Una ferita che continua a fare male, una tragedia, un ricordo drammatico per chi ha perso i propri cari e per tutto il mondo Juventus.
Il tempo della memoria questa volta si intreccia nel suo scorrere inesorabile con un numero da sempre e per sempre legato a quel giorno: sono passati 39 anni dall’abisso di quella serata a Bruxelles.
Trentanove.
Il ricordo resta nitido e doloroso: una finale di Coppa dei Campioni che continua a generare sgomento, rabbia e dolore, in cui nel corso dei folli incidenti del prepartita hanno perso la vita 39 persone.
Trentanove.
Un numero diventato un simbolo, che racconta più di qualsiasi parola la sofferenza che tutti continuiamo a portarci dentro. Per questo ci stringiamo accanto alle famiglie nel ricordo delle vittime innocenti, che accompagnano il nostro cammino da quel giorno maledetto.
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FERMIAMO IL PIANO PANDEMICO NAZIONALE E IL NUOVO TRATTATO PANDEMICO DELL'OMS. QUESTI PIANI METTONO IN PERIOLO LA DEMOCRAZIA, LA SOVRANITA' NAZIONALE E I DIRITTI DEI CITTADINI. qui IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE MEDICO SCIENTIFICA INDIPENDENTE.
SOLIDARIETA' AL POPOLO PALESTINESE
GAZA LIBERA. SIANO RISPETTATI I DIRITTI UMANI DEI PALESTINESI.
NO ALLE BOMBE AL FOSFORO BIANCO. USARLE E' UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'
ONORE ALL'OLP.
COMUNICATO CONGIUNTO DEGLI JUVENTUS OFFICIAL FAN CLUB:
A seguito di un’attenta lettura e analisi della decisione n. 0063/CFA 2022-23 della Corte Federale d’Appello S.U. FIGC sono emerse numerose criticità, di cui ne riportiamo solo alcune per ragioni di sintesi: - applicazione distorta del diritto sportivo, già di per sé strutturalmente incompleto; -violazione dei più basilari principi di diritto (giusto processo, legalità, diritto al contraddittorio); - applicazione in sede di revocazione, in violazione dei suddetti principi, nonché del doppio grado di giudizio, dell’art. 4 C.G.S., non contestato alla Juventus nel capo di incolpazione originario e conseguente applicazione della sanzione di 15 punti di penalizzazione; sanzione determinata in modo del tutto arbitrario e senza una congrua motivazione, circostanza che ha fatto emergere in modo lapalissiano una insostenibile lacuna del codice di giustizia sportiva laddove, non essendo prevista una cornice edittale, vige il “non” principio dell’indeterminatezza della sanzione; - utilizzo parziale di atti privi di qualsiasi valore probatorio (come le intercettazioni che sono un mezzo di ricerca della prova, non prove!), come prove aventi addirittura una valenza confessoria; applicazione di una norma generale (articolo 4 CGS) laddove sussiste, per la tipologia di violazione contestata, una norma specifica (articolo 31 comma 1 CGS) che prevede la sanzione dell’ammenda con diffida. In forza di argomentazioni che riteniamo ampiamente fondate sia in punto di diritto che di fatto, riteniamo che la Juventus abbia fatto nuovamente da apripista rispetto alle acrobazie giuridiche della giustizia sportiva, che ancora una volta ha mostrato di essere parziale, sommaria, frettolosa. Circostanze, queste ultime, che non interessano a molti quando viene colpita la Juventus, in spregio ai più basilari principi giuridici, ma che interessano (e moltissimo) a noi tifosi bianconeri. Siamo stanchi del clima mediatico che circonda ogni vicenda concernente la Juventus, siamo stanchi di dover sfamare il sempre ricorrente “sentimento popolare”, siamo stanchi della parzialità con cui vengono sempre fraudolentemente narrate le nostre vicende. Anche nel caso in cui il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni dovesse, come speriamo e confidiamo, ribaltare questa decisione abnorme e immotivata, i danni collaterali sarebbero (come sempre) già stati consumati, sia sotto l’aspetto sportivo che extracalcistico. L’immediata esecutività della sentenza prima che la stessa sia definitiva costituisce, infatti, un’altra anomalia ed illogicità del sistema; il campionato della Juventus può dirsi sin da ora alterato, al di là dell’esito finale. Oggi più che mai, quindi, ci sentiamo uniti nel confermare le azioni già poste in essere e ci dichiariamo pronti a percorrere ogni strada possibile e lecita, al fine di far valere i nostri diritti e difendere quelli che riteniamo essere dei principi indefettibili. Prendiamo le distanze da tutti i mezzi di comunicazione che, con malcelata ossessione, hanno sempre speculato sul nome Juventus facendone brandelli da vendere a chi legge, a chi guarda, a chi ascolta. Continuiamo a disdire i contratti con le pay tv, favorendo una massiccia presenza allo Stadium per far sentire la nostra vicinanza alla squadra e a scrivere, a parlare di questa ingiustizia al fine di tenere alta l’attenzione far comprendere la vera ragione di tutto ciò che sta accadendo, per fermarlo. Quando si sbaglia si paga. Dopo un giusto processo. Grazie a prove tangibili e inconfutabili. Pagano quelli che sbagliano. Ognuno nella giusta misura. Ognuno perché ha infranto regole, norme…non altrui “sentimenti”, più o meno “popolari”. Non si può cancellare impropriamente la storia scritta sul campo e colpire in tal modo il cuore dei tifosi. Tifosi che si informano, che comprendono cosa sta accedendo e che civilmente intendono ribellarsi a questa abnorme situazione.
I vaccini anti Covid non proteggono dall'infezione e dalla malattia e alterano il DNA. Ordinanza del tribunale di Firenze contro l'obbligo vaccinale.
Clicca qui per leggere l'ordinanza.
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LETTERA ALL’AMBASCIATORE RUSSO, “CI DISSOCIAMO DALL’INVIO DI ARMI in UCRAINA”
Egregio Signor Ambasciatore Sergey Razov,
come cittadini italiani ci sentiamo in dovere di prendere carta e penna e ribadire con forza le nostre posizioni, che sono oggi più che mai fermamente contrarie alla politica del governo di Mario Draghi. La decisione senza appello presa dal presidente del Consiglio italiano (mai eletto) di inviare armi all’Ucraina, l’ignobile spettacolo messo in scena in Parlamento dove, nella delicata situazione in cui ci troviamo, si assiste allo show a senso unico di un capo di governo venuto a dettare legge in casa nostra, quasi che le aule che ospitano le nostre istituzioni fossero un teatro occupato da burattini, le politiche di questi mesi volte e negare le libertà civili, religiose e politiche di milioni di persone imposte dall’alto per assecondare i piani di certe èlite, non corrispondono in nessun modo e in nessun caso al nostro modo di pensare la politica e alla volontà di noi cittadini. Come cittadini italiani ci dissociamo dunque con forza dall’attuale governo e di seguito ecco perché.
Ci dissociamo dalle decisioni di un governo che, calpestando la Costituzione, si permette di offendere prima di tutto il prestigio del nostro Paese e delle nostre Istituzioni. Ci dissociamo con forza riconoscendo che l’Italia, come espresso nell’articolo 11 della nostra Costituzione, è un Paese che “ripudia la guerra” e che dovrebbe lavorare per la Pace.
Ci dissociamo con forza dalle parole di un governo incapace di equilibrio e diplomazia, in un momento in cui c’è certamente molto più bisogno di ascoltare che non di parlare.
Ci dissociamo con forza da un sistema massmediatico asservito alle decisioni governative che ha sposato la narrazione a senso unico, incapace di lavorare con professionalità e imparzialità, alla ricerca della Verità.
Ci dissociamo con forza da un governo che non aiuta il suo popolo, che lo mette alla fame, che non è capace di tutelare gli interessi e la salute dei suoi cittadini e che anzi impedisce agli stessi, in particolar modo a quelli più giovani, di vivere in libertà, di crescere in modo sano, di coltivare un futuro. Il tutto in nome di interessi economici e di decisioni incostituzionali che vanno palesemente e totalmente in contrasto con i più elementari diritti umani e le naturali libertà di ognuno.
Ci dissociamo con forza dalle decisioni di un governo capace di legiferare sempre e solo in favore di politiche di morte che non tutelano la vita e i valori cristiani ma solo gli interessi delle élite e delle multinazionali.
Ci dissociamo con forza da un Governo che opera in nome e per conto di terzi che portano avanti progetti quali la quarta rivoluzione industriale e il Great Reset, che sono in totale contrasto con i valori cristiani e che porteranno inevitabilmente a sconvolgimenti pericolosi e dannosi per il futuro dei nostri figli e del nostro Paese.
Ci dissociamo con forza da una classe politica asservita agli interessi di pochi e priva di etica e senso morale. Ci dissociamo con forza da un governo e da quelle Istituzioni che puniscono chi vuole esercitare in Italia il pensiero critico e manifestare legittimamente il suo dissenso.
Ci dissociamo con forza da questa Unione Europea, incapace di rappresentare e difendere i suoi cittadini, ma capace solo di assecondare i piani distruttivi e suicidi delle élite.
Il nostro Paese è sempre stato accogliente e riconoscente nei confronti della Russia. Lo ricorda il popolo messinese, dopo il terremoto del 1908, che ha potuto essere soccorso dagli “angeli russi” della Marina dello Zar, lo ricorda l’intero popolo italiano quando subito dopo lo scoppio del Covid la Russia ci fornì aiuti e assistenza. Il nostro Paese è consapevole e riconoscente dell’amore del popolo russo per il popolo italiano e per la sua Patria. Così come, contemporaneamente, è consapevole della sofferenza del popolo ucraino, vittima come quello italiano delle manovre del Deep State.
La nostra cultura è debitrice della cultura russa, le cui tracce e la cui grandezza riecheggiano nei teatri e nelle università italiane, nei libri, nell’arte e nella storia. La nostra cultura e il nostro sentire e percepire la vita e la società si dissociano dalle ideologie dell’Occidente moribondo, incapace di difendere valori sani ed educativi e capace solamente di inseguire il capitalismo distruttivo e i disvalori che porta con sé: dal gender alle politiche Lgbt fino all’umanesimo e transumanesimo passando per un materialismo sfrenato che cancellano le nostre profonde origini cristiane, la nostra etica e le radici della nostra civiltà.
Ci dissociamo da chi vuole il nostro popolo e quello d’Europa e del mondo schiavo e senza pensiero critico, da chi ci vuole consumatori senza storia, senza tradizione e senza cultura. Da chi tenta di annientarci nel corpo e financo nell’anima tentando di cancellare quello che erano i nostri genitori, i nostri nonni. Quello che eravamo noi.
Esprimiamo al Vostro popolo e al Vostro governo solidarietà e vicinanza per il razzismo subito in questi giorni, per la violenza che le nostre orecchie hanno dovuto sentire nei Vostri confronti.
Esprimiamo sostegno alle Vostre famiglie in Italia e in Russia.
Esprimiamo il nostro supporto a voi, un popolo fratello, il catechon di questi ultimi, apocalittici, tempi.
Chiediamo al Vostro governo di resistere, con l’aiuto della Madonna e di Cristo, agli assalti del male.
Chiediamo alla vostra gente di non cedere ai ricatti del nemico che ci vuole uno contro l’altro.
Chiediamo al Vostro Presidente di resistere in nome della verità. Un Presidente che ha dimostrato di volersi opporre alla tirannide del Great Reset, che ha portato negli anni la Russia ad essere una potenza sovrana, forte, solida, fedele alle proprie tradizioni. Una potenza mondiale.
Chiediamo a lui di lavorare sempre in nome della Pace e in comunione con Cristo per il trionfo del Bene contro il Male.
PRIMI FIRMATARI
Gloria Callarelli – Giornalista -
Ornella Mariani – Scrittrice -
Daniela Coan – Imprenditrice –
Maurizio Blondet – Giornalista -
Devis Bonaldo – Imprenditore -
Daniele Trabucco – Costituzionalista –
Anna Zurlo -Scrittrice –
Davide Lovat – Professore –
Davide Rossi – Scrittore –
Enzo Pennetta – Scrittore –
Giulio Saraceni – Storico -
Domenico Mastrangelo – Medico -
Daniele Libralon – Università Indef Bellinzona -
Roberto Varaschin – Uomo libero -
Mr. Dmitry Shodin
Ambasciatore Russo in Italia
presso
Ambasciata Russa a Roma
Russian Embassy in Rome, Italy Via Gaeta, 5 00185 Roma Italy
ambrus@ambrussia.it
Solidarietà alla Russia e condanna dell'atto di guerra compiuto dal Governo italiano
In questi giorni così drammatici, desidero esprimere la mia più profonda vicinanza alla Russia, come nazione, come comunità umana e come sistema sociale e culturale.
Al tempo stesso, intendo manifestare la mia più netta disapprovazione nei confronti delle iniziative assunte dal Governo italiano, cioè le sanzioni economiche ai danni della Federazione Russa e, cosa ancora più grave e inaccettabile, la fornitura di armamenti ed equipaggiamenti militari ad un Paese belligerante, qual è oggi l'Ucraina.
Come essere umano, non posso fare a meno di deplorare il ricorso alle armi, da qualunque parte esso provenga; sarebbe però estremamente ipocrita non voler comprendere le ragioni che hanno ora spinto il Governo di Mosca a intervenire militarmente in Ucraina, dopo 8 anni di spietati bombardamenti nel Donbass, al prezzo di efferate stragi di civili, senza contare la sconcertante richiesta di adesione alla Nato da parte dell'Ucraina.
Come italiano, continuo a guardare alla Russia come al grande Paese di Tolstoj e Dostoevskij: e oggi provo una vergogna insopprimibile di fronte all'ostracismo e alle persecuzioni indiscriminate che colpiscono i cittadini russi che vivono e lavorano in Italia, emarginati e sanzionati, in modo razzista, per il solo fatto di essere russi.
Sempre come italiano, non dimentico la sollecita, solidale assistenza fornita dalla Russia all'Italia durante la primavera 2020, in termini di immediato supporto sanitario.
E, come cittadino del mondo, non dimentico l'impegno profuso dalla Russia - unica grande potenza, presente sul campo in questo ruolo - nel contrastare energicamente, e senza equivoci, il dilagare dell'Isis in Medio Oriente.
Esprimo anche la più viva considerazione per l'operato del Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, anche in ragione di alcune sue recenti prese di posizione, di valore sostanziale e di rilievo simbolico: per esempio, la sdrammatizzazione coscienziosa del problema pandemico, così come la fornitura (gratuita) del primo vaccino C-19 e il rifiuto di varare misure ingiustamente restrittive contro la popolazione, che in Russia non è stata vessata come invece è purtroppo accaduto in Occidente.
Apprezzo anche la recente decisione della Russia di porre il veto - al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite - alla risoluzione (occidentale) che pretendeva di elevare il problema ambientale e climatico al rango di minaccia per la sicurezza degli Stati: una mistificazione pericolosa, figlia di un pensiero di stampo totalitario al quale - ancora una volta - è stata la Russia a porre un freno, all'insegna dei valori più profondi che dovrebbero sempre caratterizzare ogni vero umanesimo, ogni pensiero fondato su una sincera visione della realtà.
A questo proposito, non posso che condannare il vergognoso atteggiamento dei mass media italiani, i quali - come i loro omologhi statunitensi ed europei - hanno intrapreso una pericolosa, selvaggia campagna di linciaggio contro la Russia, ovvero contro la verità, fuorviando anche in modo criminoso l'opinione pubblica italiana.
Mi auguro sinceramente che le ostilità in Ucraina possano cessare al più presto, perché so che è sempre l'inerme popolazione civile a patirne le sofferenze più gravi.
Ma so anche che noi italiani, purtroppo, non siamo neutrali; non lo siamo più, da quando il nostro primo ministro, Mario Draghi, ha inteso varare misure ostili, anche sul piano militare, contro la Federazione Russa.
Alessandro Pizzi
di ALESSANDRO BAGNATO
Questo è il messaggio che il 15 febbraio invierò a tutti i miei contatti.
Italia, 15 febbraio 2022
Il primo febbraio 2022 entra in vigore la legge che sancisce un regime di segregazione, un regime di apartheid. I cittadini, che in scienza e coscienza e nel rispetto della Costituzione hanno scelto di non farsi inoculare il siero antigenico, chiamato vaccino, con questa legge sono discriminati, esclusi dal lavoro, esclusi dallo studio e dalla vita sociale. Questa infamia è analoga alla discriminazione del fascismo nei confronti degli ebrei nel 1938. Oggi come allora, le leggi infami che discriminano e perseguitano sono supportate da scienziati al servizio del potere. Se nel 1938 la persecuzione fu opera del fascismo, oggi è opera soprattutto della sinistra. Ma la sinistra agisce per il bene comune, mentre il fascismo operava per il male dei cittadini, affermano gli esponenti della sinistra. Come scrisse il grande matematico Francesco Severi nel libro Dalla scienza alla fede, Edizioni pro civitate christiana, “ La matematica è l'arte di dare lo stesso nome a cose diverse. Perciò i matematici sbagliano quando si occupano di politica, giacché la politica è invece l'arte di dare nomi diversi alle stesse cose.”
Il primo febbraio 2022 sarà ricordata come data della legge infame e rimarrà il marchio dell'infamia in chi l'ha promulgata e in chi la condivide.
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Documento del Prof. Marco Mamone Capria, matematico ed epistemologo dell'Università di Perugia, che analizza ciò che è accaduto negli ultimii due anni di cosiddetta pandemia.
Marco Mamone Capria
Considerazioni sul primo anno di una strana campagna vaccinale
Dobbiamo pianificare la libertà, e non solo la sicurezza, se non altro perché solo la libertà può rendere sicura la sicurezza. Karl R. Popper
“Più della stessa cosa” è una delle più efficaci ricette per un disastro che si sono evolute sul nostro pianeta P. Watzslavick
Introduzione......................................................1
Sondaggi?.........................................................2
L’invisibilità del dibattito sulla campagna vaccinale....3
Giornalismo?................................4
Successo e fallimento................5
Nessun disaccordo?...................7
Tacite ammissioni.......................9
Farmaci sperimentali...............10
Prove cliniche............................11
La fiducia è una cosa seria.......14
Vaccini anti-covid-19: che cosa si afferma su di essi?..........14
Pretese mutevoli...........16
“Ma è colpa delle varianti!”..............17
Etica e diritto..................18
Che cos’è un “vaccinato”?...........18 Rischi...............19
I «non vaccinati» negli ospedali.....20
Letalità: come quella del complesso delle similinfluenze.......21
«Nove volte più alto»...........22
Rischio relativo..........23
Reazioni avverse.................24
Mortalità e vaccini anti-covid-19 – aspetti giudiziari.....25
Mortalità e vaccini anti-covid-19 – aspetti statistici........27
“No-vax”..............28 Conclusione........29
Introduzione
C’è bisogno di dire altro sulla campagna vaccinale anti-covid-19? Secondo me tutto ciò di essenziale che doveva essere detto per orientare i cittadini a una decisione razionale lo è già stato da un anno o quasi (da me e da altri). Eppure in ogni ora del giorno e della notte i principali media e i nostri presunti rappresentanti politici continuano instancabilmente a dire – no, non occasionali inesattezze, ma il contrario della verità. E la verità è che siamo testimoni di un gigantesco fallimento di misure sanitarie, che era prevedibile, era stato previsto e, come vedremo, è tacitamente ammesso anche dalle autorità, ma che soggetti economici e politici capaci di influenzare il governo e il sistema dei media in Italia e nel resto del mondo cosiddetto “sviluppato” volevano e sono riusciti a imporre a una cittadinanza terrorizzata. I principali media, con il conforto di istituti che stanno dilapidando sconsideratamente la propria reputazione – come il Censis («Da oltre 50 anni interpreti del Paese») –, cercano di rappresentare quello che si potrebbe più realisticamente descrivere come il conflitto tra una maggioranza di illusi e ossequiosi alle direttive del governo e una minoranza (ma crescente) di resistenti all’inganno, come la riedizione di un mitico conflitto tra scienza e antiscienza – la scienza essendo, per fortunatissima coincidenza, rappresentata dalla suddetta maggioranza. Insomma, dopo essere stati ammorbati per due anni con il vaniloquio che «la scienza non è democratica», scopriamo adesso che la verità scientifica è... ciò in cui crede la maggioranza. A chi si meravigliasse di questi voltafaccia va ricordato che mentre la coerenza è il cardine del discorso razionale, la propaganda non è un discorso razionale, e quindi fa volentieri a meno della coerenza ogni volta che torni utile violarla. Ciò spiega anche come grotteschi personaggi (anche in posizioni di responsabilità politica) che si sono distinti per le più spericolate e ingiustificate giravolte, oltre che per gravi errori di fatto, possano ancora essere intervistati come pozzi di saggezza, senza che sia mai loro ricordato che avevano sostenuto, pochi giorni o poche settimane fa, tesi opposte e/o fatto affermazioni provatamente false. È chiaro che l’appello alla razionalità, in una situazione come questa, sarà ascoltato solo da pochi. Per capire che cosa stia succedendo in Italia (e altrove) penso che più che l’ennesima discussione analitica (come è, prevalentemente, quella che io stesso sto adesso proponendo), sarebbe molto più indicata la lettura del classico di Robert Cialdini, Influence – Science and Practice (in particolare il 4 o capitolo, sulla psicologia sociale del conformismo).
Per leggere l'intero documento cliccare qui
Giorgio Agamben su La Stampa: 10 agosto 2021
“Non discutiamo le vaccinazioni ma l’uso politico del Green Pass”
Quello che colpisce nelle discussioni sul green pass e sul vaccino è che, come avviene quando un paese scivola senza accorgersene nella paura e nell’intolleranza - e indubbiamente questo sta avvenendo oggi in Italia - è che le ragioni percepite come contrarie non solo non sono in alcun modo prese seriamente in esame, ma vengono rifiutate sbrigativamente, quando non diventano puramente e semplicemente oggetto di sarcasmi e di insulti. Si direbbe che il vaccino sia diventato un simbolo religioso, che, come ogni credo, funge da spartiacque fra gli amici e i nemici, i salvati e i dannati. Come può pretendersi scientifica e non religiosa una tesi che rinuncia allo scrutinio delle tesi divergenti?
Per questo è importante innanzitutto chiarire che il problema per me non è il vaccino, così come nei miei precedenti interventi in questione non era la pandemia, ma l’uso politico che ne viene fatto, cioè il modo in cui fin dall’inizio essi sono stati governati. Ai timori che si affacciavano nel documento che ho firmato con Massimo Cacciari, qualcuno ha incautamente obiettato che non c’era da preoccuparsi, «perché siamo in una democrazia». Com’ è possibile che non ci si renda conto che un paese che è ormai da quasi due anni in stato di eccezione e in cui decisioni che comprimono gravemente le libertà individuali vengono prese per decreto (è significativo che i media parlino addirittura di «decreto di Draghi», come se emanasse da un singolo uomo) non è più di fatto una democrazia? Com’è possibile che la concentrazione esclusiva sui contagi e sulla salute impedisca di percepire la Grande Trasformazione che si sta compiendo nella sfera politica, nella quale, com’ è avvenuto col fascismo, un cambiamento radicale può prodursi di fatto senza bisogno di alterare il testo della Costituzione?
E non dovrebbe dare da pensare il fatto che ai provvedimenti eccezionali e alle misure di volta in volta introdotte non viene assegnata una scadenza definitiva, ma che essi vengono incessantemente rinnovati, quasi a confermare che, come i governi non si stancano di ripetere, nulla sarà più come prima e che certe libertà e certe strutture basilari della vita sociale a cui eravamo abituati sono annullate sine die? Se è certamente vero che questa trasformazione - e la crescente depoliticizzazione della società che ne risulta - erano già in corso da tempo, non sarà per questo tanto più urgente soffermarsi a valutarne finché siamo in tempo gli esiti estremi? È stato osservato che il modello che ci governa non è più la società di disciplina, ma la società di controllo -ma fino a che punto possiamo accettare che questo controllo si spinga?
È in questo contesto che si deve porre il problema politico del green pass, senza confonderlo col problema medico del vaccino, a cui non è necessariamente collegato (abbiamo fatto in passato vaccini di ogni tipo, senza che mai questo discriminasse due categorie di cittadini). Il problema non è, infatti, soltanto quello, pure gravissimo, della discriminazione di una classe di cittadini di serie B: è anche quello, che sta certamente più a cuore dell’altro ai governi, del controllo capillare e illimitato che esso permette sui titolari stoltamente fieri della loro “tessera verde”. Com’è possibile -chiediamo ancora una volta- che essi non si rendano conto che, obbligati a mostrare il loro passaporto persino quando vanno al cinema o al ristorante, saranno controllati in ogni loro movimento?
Nel nostro documento avevamo evocato l’analogia con la “propiska”, cioè col passaporto che i cittadini dell’Unione sovietica dovevano esibire per spostarsi da una località all’altra. È questa l’occasione di precisare, visto che purtroppo sembra necessario, che cos’ è un’analogia giuridico-politica. Ci è stato senza alcun motivo rimproverato di istituire un paragone fra la discriminazione risultante dal green pass e la persecuzione degli ebrei.
È bene precisare una volta per tutte che solo uno stolto potrebbe equiparare i due fenomeni, che sono ovviamente diversissimi. Non meno stolto sarebbe però chi rifiutasse di esaminare l’analogia puramente giuridica - io sono giurista di formazione - fra due normative, quali sono quella fascista sugli ebrei e quella sull’istituzione del green pass. Forse non è inutile rilevare che entrambe le disposizioni sono state prese per decreto legge e che entrambe, per chi non abbia una concezione meramente positivistica del diritto, risultano inaccettabili, perché - indipendentemente dalle ragioni addotte - producono necessariamente quella discriminazione di una categoria di esseri umani, a cui proprio un ebreo dovrebbe essere particolarmente sensibile.
Ancora una volta tutte queste misure per chi abbia un minimo di immaginazione politica vanno situate nel contesto della Grande Trasformazione che i governi delle società sembrano avere in mente - ammesso che non si tratti invece, come pure è possibile, del procedere cieco di una macchina tecnologica ormai sfuggita a ogni controllo. Molti anni fa una commissione del governo francese mi convocò per dare il mio parere sull’istituzione di un nuovo documento europeo di identità, che conteneva un chip con tutti i dati biologici della persona e ogni altra possibile informazione sul suo conto. Mi sembra evidente che la tessera verde è il primo passo verso questo documento la cui introduzione è stata per qualche ragione rimandata.
Su un ultima cosa vorrei richiamare l’attenzione di chi ha voglia di dialogare senza insultare. Gli esseri umani non possono vivere se non si danno per la loro vita delle ragioni e delle giustificazioni, che in ogni tempo hanno preso la forma di religioni, di miti, di fedi politiche, di filosofie e di ideali di ogni specie. Queste giustificazioni sembrano oggi - almeno nella parte dell’umanità più ricca e tecnologizzata - venute meno e gli uomini si trovano forse per la prima volta di fronte alla loro pura sopravvivenza biologica, che, a quanto pare, si rivelano incapaci di accettare. Solo questo può spiegare perché, invece di assumere il semplice, amabile fatto di vivere gli uni accanto agli altri, si sia sentito il bisogno di instaurare un implacabile terrore sanitario, in cui la vita senza più giustificazioni ideali è minacciata e punita a ogni istante da malattie e morte. Così come non ha senso sacrificare la libertà in nome della libertà, così non è possibile rinunciare, in nome della nuda vita, a ciò che rende la vita degna di essere vissuta."
Riporto uno scritto del Prof. Paolo Bellavite che condivido e sottoscrivo:
Dàgli agli untori
Stamattina la giornalaia era sconvolta perché una signora, vedendo il titolo di un giornale che parlava di un uomo non vaccinato in rianimazione ha detto “ben gli sta, e che si paghi le cure”.
Un modo di pensare e di parlare che si diffonde, aizzato da giornalisti irresponsabili, virologi da strapazzo, politici in cerca di recuperare consensi. Ci si mettono persino i preti pseudoepidemiologi che espellono le pecore del gregge non inoculate.
Il 90% delle malattie tumorali e cardiovascolari (di gran lunga le principali cause di infermità croniche e morti) sono dovute a fattori facilmente evitabili eppure nessuno si permetterebbe di dire le stesse parole a un malati di cancro o di infarto.
Vuol dire che la pandemia ha causato patologia anche nell’anima della gente, nel rapporto tra società e sofferenza.
Eppure la Scienza oggi ha capito la malattia in modo incomparabilmente superiore a quanto succedeva nei secoli bui dell’ignoranza e della povertà culturale. Abbiamo tanti metodi di prevenzione e di cura, nessuno dei quali perfetto, esattamente come succede per tutte le altre malattie. Sappiamo che il virus può essere trasmesso anche da chi ha avuto un trattamento con mRNA della proteina spike.
Rivolgo un appello alle persone più responsabili tra le autorità, politici, prelati, mezzi di informazione, affinché la si faccia finita una volta per tutte di dividere la società tra buoni e cattivi e si torni alla normalità di un mondo imperfetto eppure dove valga la pena vivere in pace.
L’obbligo per gli operatori sanitari di farsi inoculare materiale genetico capace di produrre proteine spike è stato decretato, solo in Italia, in aprile dopo che l’ISS aveva documentato che non vi siano prove che il trattamento impedisca la trasmissione del virus.
https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+ISS+COVID-19+n.+4_2021d.pdf/5ece92de-7793-5f04-4edb-26762a55b47b?t=1615996998754
Riporto il parere del prof. Paolo Bellavite, apparso su telegram
PBellavite:
Riposi in pace
Non commento il caso di cronaca odierno, sia per rispetto della famiglia sia perché è solo un esempio di altri casi.
Mi limito a alcune considerazioni generali o domande aperte, su quanto ho sentito stamane nei GR.
- non convince che si continui a parlare di “un caso su 100.000 dosi” in condizioni in cui le segnalazioni sono basate sulla spontaneità.
- non convince che si parli solo di trombosi venose o del seno cavernoso o con poche piastrine. Le trombosi sono fenomeni legati al sangue e non solo a quello venoso.
- non convince che si getti tutta la responsabilità su Astrazeneca come se gli altri prodotti non avessero il problema.
- non convince che si getti il sospetto su un singolo lotto prima di aver qualche elemento per sospettarlo. Già in passato non era un problema di lotti.
- non convince che ora si decida di somministrare Astrazeneca solo agli ultrasessantenni, età in cui il rischio di malattie vascolari è più alto. Gran parte dei 273 decessi dopo l’inoculo (a fine aprile) erano di anziani.
- non convincono tante altre cose tra cui la mancanza di screening prevaccinali (anticorpi, coagulazione, genetica), la somministrazione a giovani e ragazzi col ricatto del green pass, la martellante pubblicità senza voci critiche, l’obbligo vaccinale ai medici, e... il fastidioso tampone nasale che mi toccherà fare - io sanissimo, non vaccinato e nutrito in modo salubre - per passare un confine verso un bel campeggio pieno di sole e aria di mare...
Riporto un articolo di Maurizio Bolognetti, dirigente del Partito Radicale, pubblicato dal Quotidiano del sud.
MAURIZIO BOLOGNETTI , Segretario di Radicali Lucani, membro del Consiglio generale del Partito Radicale e del Consiglio generale dell’Associazione Coscioni .
Dalle 23.59 del 6 giugno ho inteso riprendere lo sciopero della fame che avevo sospeso l’8 maggio. Alla luce di quel che accade e considerando che sulla vicenda Covid-19 si continua a negare dibattito in seno alla comunità scientifica, ritengo di dover tornare ad alimentare con forza la mia fame di verità.
Mentre in tutto il mondo si levano le voci di coloro che invitano a riflettere sull’opportunità di inoculare ai minori di 16 anni sieri autorizzati a condizioni, in nome di non si sa quale sicurezza e tutela della salute, si sta procedendo a portare avanti un criminale programma di vaccinazione diretto anche a classi d’età che di tutta evidenza non corrono alcun rischio.
Anzi, per dirla tutta, considerando i decessi registrati, la vaccinazione anti-Covid rappresenta per la classe d’età 0-19 anni (potremmo anche dire 0-50) un rischio di gran lunga maggiore dell’infezione da Sars-cov2.
Tutto questo avviene mentre il principale consulente di Figliuolo afferma che ci sono stati errori nella standardizzazione delle cure e che l’approccio “vigile attesa-Tachipirina” è stato “un po’ troppo minimalista”.
Tutto questo avviene mentre il Presidente del Consiglio Mario Draghi afferma “che il coronavirus può subire mutazioni pericolose che possono minare anche la campagna di vaccinazione di maggior successo”. Tutto questo avviene mentre si continuano a negare approcci terapeutici che hanno dimostrato di essere efficaci e si continuano ad avallare errori che, a questo punto, errori non sono e vanno piuttosto definiti atti criminali. C’è una scienza e una medicina che in questo Paese non hanno avuto diritto di cittadinanza.
Io chiedo che agli italiani sia data la possibilità di poter ascoltare le voci di coloro che sono stati silenziati. Chiedo che i cittadini di questo paese possano ascoltare la voce dei Donzelli, dei Garavelli, dei Serravalle, di avvocati come Alessandra Devetag.
La voce dei 93 medici israeliani che hanno detto no alla vaccinazione ai minorenni e dei 40 scienziati inglesi che hanno fatto altrettanto. Le voci di una scienza non dogmatica. Così come l’anno scorso, in tempi non sospetti, invitavo a riflettere su quel che era avvenuto in Cina, oggi torno a chiedere con forza che vengano illuminati i tanti, troppi punti bui di una emergenza sanitaria che da tragedia si è fatta farsa e che sta diventando sempre di più anche e soprattutto emergenza democratica, nutrita da un attentato ai diritti politici del cittadino.
È urgente più che mai, aggiungo, interrogarsi su conflitti d’interesse e lobby non esattamente alla luce del sole. Interrogarsi su pericolose commistioni tra controllore e controllato.
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PROF PAOLO BELLAVITE
Un’altra vittima famosa: qualcuno rifletterà un momento?
Penso (da tempo) che dovrebbero fermare la mattanza scriteriata, o almeno dichiarare una moratoria, una pausa di riflessione. Approfittando della ritirata estiva del virus.
Le autorità sanitarie e i vari comitati tecnici a partire da EMA e AIFA dovrebbero avere l’onestà e il coraggio di dire: scusate ci siamo sbagliati.
Non credo ai complotti (almeno per AIFA e EMA, sul resto non mi pronuncio). Credo ad un ERRORE nell’aver ignorato o sottostimato il pericolo delle “spikes”, che non sono solo “antigeni estranei” ma anche “tossine cardiovascolari”.
L’errore deriva almeno da tre ordini di fattori: la TEORIA molto grossolana sottostante alla tecnologia impiegata (neppure si sa il destino delle cellule “infettate” dal vaccino), la scarsa o nulla validità delle prove sui macachi (sempre che siano state cercate le cose giuste come il D-dimero), la fretta di cominciare a iniettare tutti senza aver tempo e forze da dedicare alla vaccinovigilanza.
La campagna vaccinale può anche proseguire ma con molta più prudenza, solo sulle popolazioni a rischio di complicazioni se colpite da covid, con molta vigilanza “vera”, con test sierologici prevaccinali, monitoraggio dei sintomi e interventi tempestivi, e soprattutto SENZA OBBLIGHI O RICATTI.
ORIGINE DEL VIRUS.
PROF PAOLO BELLAVITE
Assolto il povero pipistrello?
Ora Biden, curiosamente imbeccato dall’onnipresente e onnipotente Fauci, ha ordinato una inchiesta sull’origine del virus pandemico e risorgono i sospetti che qualcosa di poco chiaro sia avvenuto nel super-segreto laboratorio di Wuhan. La Cina smentisce e non vuole altre indagini.
Ovviamente, anche i massmedia di regime, finora silenti, si stanno accodando e persino i nostri “scienziati” cominciano a dubitare dell’origine naturale del SARS-CoV-2. In realtà, la cosiddetta “comunità scientifica” (che non esiste ma la tirano fuori dal cilindro quando serve) aveva subito sposato la tesi dell’origine naturale e solo pochi “dissidenti” avevano dubitato di tale teoria. Non capisco proprio perché alcuni studiosi nostrani abbiano abbracciato e cominciato a diffondere questa opinione come se fosse indiscutibile. Qualche “esperto televisivo” sostenne che l’uscita del virus da un laboratorio sarebbe una bufala stratosferica. Forse invece la bufala era la sua.
In uno scritto su “Sfero” linkato qui in fondo trascrivo il mio intervento che pubblicai su Facebook il 27 marzo 2020, a commento di un lavoro di Nature Medicine. Anche se di studi ne sono stati fatti molti in seguito, questo resta il riferimento fondamentale e può servire a capire, anche tecnicamente, i principali argomenti del contendere.
Cito anche un lavoro di autori americani (di origine cinese), uscito in settembre 2020, che analizzava le caratteristiche del virus SARS-CoV-2 (https://zenodo.org/record/4028830#.YLCFC5WP7IV): “Nonostante il suo enorme impatto, l'origine di SARS-CoV-2 è rimasta misteriosa e controversa. La teoria dell'origine naturale, sebbene ampiamente accettata, manca di un supporto sostanziale. La teoria alternativa secondo cui il virus potrebbe provenire da un laboratorio di ricerca è, tuttavia, rigorosamente censurata su riviste scientifiche peer-reviewed. Tuttavia, SARS-CoV-2 mostra caratteristiche biologiche che non sono coerenti con un virus zoonotico presente in natura. In questo rapporto, descriviamo le prove genomiche, strutturali, mediche e della letteratura che, se considerate insieme, contraddicono fortemente la teoria dell'origine naturale. L'evidenza mostra che SARS-CoV2 dovrebbe essere un prodotto di laboratorio creato utilizzando i coronavirus pipistrello ZC45 e / o ZXC21 come modello strutturale. Sulla base delle prove, postuliamo come possa essere creato un tale virus in laboratorio, dimostrando che la creazione in laboratorio di questo coronavirus è conveniente e può essere realizzata in circa sei mesi. Il nostro lavoro sottolinea la necessità di un'indagine indipendente nei laboratori di ricerca che si occupano di ricerche in questo campo e la necessità di un'analisi critica di alcuni dati utilizzati per sostenere e rivendicare un'origine naturale della SARS-CoV-2. Dal punto di vista della salute pubblica, queste azioni sono necessarie in quanto la conoscenza dell'origine della SARS-CoV-2 e di come il virus è entrato nella popolazione umana sono di fondamentale importanza nel controllo della pandemia attuale e nella prevenzione di simili future pandemie.”
Qui il mio lavoro su Sfero:https://sfero.me/article/storia-prime-discussioni-origine-sars-cov
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NATALE 2018.
GLI AUGURI DI P.P. PASOLINI
Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani! Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali!
Tanti auguri a chi morirà di rabbia negli ingorghi del traffico e magari cristianamente insulterà o accoltellerà chi abbia osato sorpassarlo o abbia osato dare una botta sul didietro della sua santa Seicento!
Tanti auguri a chi crederà sul serio che l’orgasmo che l’agiterà – l’ansia di essere presente, di non mancare al rito, di non essere pari al suo dovere di consumatore – sia segno di festa e di gioia!
Gli auguri veri voglio farli a quelli che sono in carcere, qualunque cosa abbiano fatto (eccettuati i soliti fascisti, quei pochi che ci sono); è vero che ci sono in libertà tanti disgraziati cioè tanti che hanno bisogno di auguri veri tutto l’anno (tutti noi, in fondo, perché siamo proprio delle povere creature brancolanti, con tutta la nostra sicurezza e il nostro sorriso presuntuoso).
Ma scelgo i carcerati per ragioni polemiche, oltre che per una certa simpatia naturale dovuta al fatto che, sapendolo o non sapendolo, volendolo o non volendolo, essi restano gli unici veri contestatori della società. Sono tutti appartenenti alla classe dominata, e i loro giudici sono tutti appartenenti alla classe dominante'
Pasolini da Saggi sulla politica e sulla società, di P.P. Pasolini, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, Mondadori, Milano, 1999
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Pubblico la lettera del Dr Dario Miedico indirizzata all'Ordine dei medici di Milano.
Il Dr Dario Miedico ha fondato con Giulio A. Maccacaro Medicina Democratica, movimento che è diventato un esempio per la sinistra per le lotte condotte negli anni settanta per la salute nelle fabbriche e nei quartieri insieme agli operai dando un contributo essenziale alla critica della scienza ufficiale gettando le basi per una ricerca scientifica vicina ai bisogni delle persone.
Il dr Dario Miedico è stato radiato dall'Ordine dei medici per aver criticato la legge Lorenzin sui vaccini. Tutto questo è avvenuto nel silenzio più assurdo e vergognoso della sinistra italiana che ha perso la memoria delle lotte operaie e di popolo, come quelle condotte dal dr Dario Miedico, per abbracciare il pensiero unico del liberismo in economia e dello scientismo nella scienza.
L'altro dottore radiato per gli stessi motivi è Roberto Gava iscritto all'associazone ISDE, associazione di medici che lotta per la difesa dell'ambiente contro l'inquinamento.
Queste radiazioni rappresentano un attentato alla democrazia e alla Scienza da parte dei governi del PD oltre una violazione del diritto di critica e di libertà di espressione delle opinioni.
Il decreto Lorenzin sui vaccini si basa sull'arroganza, sulla disinformazione e sulla non conoscenza degli argomenti trattati, è solo simbolo del potere che non ha nulla a che vedere con la Scienza.
Per leggere la lettera cliccare qui.
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A proposito dei vaccini, pubblico l'appello di più di 100 medici al irettore dell'Istituto Superiore di Sanità per riconsiderare l'obbligatorietà della vaccinazione. Il documento prefigura una società democratica e attenta alla salute psico fisica dei cittadini, in particolare dei più deboli e dei più poveri.
L'appello è del 2015
Di seguito l'appello:
Ill.mo Prof. Ricciardi,
le Sue recenti prese di posizione pubbliche in merito alle vaccinazioni pediatriche ci inducono a scriverLe per chiarirLe alcuni aspetti che meritano un approfondimento e una riflessione serena.
Oggigiorno, un qualsiasi medico dotato di buon senso e di un minimo di conoscenza scientifica non può essere contro le vaccinazioni pediatriche e infatti conosciamo tutti l’utilità di questa pratica sanitaria.
Molti anni di studio quotidiano della letteratura scientifica, con la quale abbiamo sempre documentato le nostre affermazioni e pubblicazioni sia scientifiche sia divulgative, ci hanno permesso di conoscere a fondo l’utilità ma anche i limiti delle vaccinazioni, che all’inizio noi sostenevamo e che molto frequentemente anche praticavamo. Però, questi 35-40 anni di pratica medica specialistica accanto al bambino malato, non frettolosa ma fatta di osservazione e di ascolto, di considerazione di quello che lui ci comunica e subliminale e di quello che i genitori raccontano, ci ha aperto gli occhi sulla realtà delle reazioni avverse causate dalle vaccinazioni pediatriche.
Ci siamo infatti accorti che, dopo un’osservazione minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiamente e globalmente più sani, meno soggetti alle patologie infettive, specie delle prime vie aeree, meno soggetti ai disturbi intestinali e alle patologie croniche, meno soggetti a patologie neurologiche e comportamentali e scarsi consumatori di farmaci e di interventi sanitari. Può capire, quindi, che la nostra osservazione non è rivolta solo alle patologie specificatamente interessate dalle vaccinazioni, ma alla salute globale del bambino, perché crediamo che questa sia la finalità e il dovere di ogni Medico. Certo, è un dato che nasce dall’esperienza clinica quotidiana ma siamo disponibili a partecipare a un’indagine organizzata dal Suo Istituto che confronti nel modo più rigoroso lo stato di salute dei bambini completamente vaccinati con quella dei bambini mai vaccinati.
Pertanto, per quanto riguarda le reazioni avverse causate dalle vaccinazioni pediatriche, noi non intendiamo solo quelle reazioni gravi, mortali o gravemente invalidanti, che ogni tanto si possono avere e che nessun medico dotato di buon senso osa negare. Ci riferiamo invece a quella parte molto più numerosa di effetti indesiderati che sembrano essere collaterali alla pratica vaccinale e che sono frutto di una alterazione immunitaria tutt’altro che irrilevante per un neonato o comunque per un organismo immunologicamente immaturo.
Sono queste conseguenze della pratica vaccinale che ci preoccupano, perché notiamo che dopo le vaccinazioni molti bambini, ad esempio, reagiscono con l’innalzamento della temperatura (che è una classica reazione immunitaria ad una noxa esterna), subiscono un’alterazione di quelle che prima erano le loro normali funzioni digestive e/o della regolarità del loro ritmo sonno-veglia (espressione di una risposta multisistemica), diventano più irritabili, piangono in modo inconsolabile e regrediscono in alcune abilità prima acquisite (a testimonianza che c’è stato una irritazione a livello del sistema nervoso centrale).
Queste evidenze, che qualsiasi medico attento e osservatore può notare ovviamente non in tutti ma in alcuni bambini da poco vaccinati, ci hanno interrogati sulla innocuità non tanto del singolo vaccino, ma specialmente sul modo in cui noi oggi pratichiamo le vaccinazioni pediatriche.
Sappiamo tutti che i germi vengono fermati dalle barriere fisiologiche di un organismo con sistema immunitario normofunzionante, sappiamo che c’è un’interazione essenziale tra i Pathogen-Associated Molecular Pattern (PAMP) dei germi e i Toll-Like Receptors (TLR) e che la stimolazione di questi recettori attiva una via di segnalazione che comporta l’induzione di geni anti-microbici, di citochine pro-infiammatorie (IL-1β, TNF-α, IL-6) e di prostaglandine che inducono un’attivazione del sistema immunitario, mentre l’inoculazione parenterale degli antigeni vaccinali induce una soppressione immunitaria (anche se quasi sempre temporanea).
Pertanto, se lasciamo da parte affermazioni non supportate scientificamente, come quelle di coloro che dicono che un neonato viene a contatto attraverso le mucose con molti più antigeni batterici e virali di quelli contenuti nelle fiale vaccinali, dimenticando che i vaccini a cui ci riferiamo in questo contesto by-passano completamente le barriere fisiologiche dell’organismo pediatrico ed entrano direttamente in circolo, e se lasciamo da parte affermazioni semplicistiche che i vaccini sono assolutamente sicuri, dimenticando le numerosissime revoche di commercializzazione di molte loro specialità, i numerosi casi mortali riportati in letteratura poche ore dopo la loro somministrazione, non possiamo non osservare che la pratica vaccinale attuale offre il fianco a molte perplessità e per questo è sede di accese dispute in ambito scientifico, sia per le sue conseguenze sul sistema immunitario sia perché è basata su un trattamento di massa che prevede la somministrazione a tutti i bambini degli stessi vaccini ad una medesima e precocissima età, senza tener conto dell’anamnesi familiare e personale e dello stato differente di salute dei piccoli e dell’ambiente in cui vivono.
Noi crediamo che la Medicina del Futuro, alla quale ogni Operatore Sanitario è chiamato a dare il piccolo ma sempre prezioso apporto, sarà una Medicina dove si imporrà la Prevenzione Primaria e questa non può certamente essere basata sull’uso dei farmaci, ma prima di tutto su una corretta igiene di vita (alimentare, cinetica, psicologica, socio-culturale, ecc.) e su azioni di salvaguardia e di bonifica dell’ambiente, argomento quest’ultimo che è diventato un’emergenza primaria che secondo noi avrebbe bisogno, da parte Sua e dell’Istituto che Lei presiede, di interventi immediati che riteniamo addirittura molto più prioritari di quelli riguardanti le vaccinazioni.
Considerazioni preliminari
1 – Obiettivo della Medicina Preventiva è quello di proteggere i bambini dalle malattie ricorrendo a trattamenti di provata innocuità (Primum non nocere), pertanto senza sottoporli ad alcun rischio farmacologico.
2 – La Farmacologia Moderna, ad esclusione di condizioni estreme di emergenza pubblica, non contempla farmaci che possono essere somministrati in modo generalizzato, incondizionato e indiscriminato a tutta la popolazione, cioè senza un adeguato studio della persona volto a personalizzare il trattamento e valutare correttamente il rapporto rischio/beneficio per ogni singolo ricevente.
3 – I vaccini sono farmaci veri e propri e come tali hanno indicazioni, non indicazioni e controindicazioni, perciò possono sicuramente causare anche reazioni avverse.
4 – Se usati adeguatamente e attentamente personalizzati, i vaccini possono essere molto utili per ridurre nel ricevente la probabilità di ammalarsi di alcune specifiche patologie infettive.
5 – La Legge italiana attuale impone 4 vaccinazioni pediatriche obbligatorie (antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatitica B), ma la prassi quotidiana ne somministra 7 senza spiegazione e possibilità di appello.
6 – Nelle attuali condizioni socio-sanitarie del nostro Paese, non sembra essere assolutamente né necessario né urgente ricorrere alle vaccinazioni di massa con 7 vaccini contemporanei nei primissimi mesi di vita, quando il sistema immunitario è totalmente immaturo e quindi facilmente squilibrabile. Infatti, la quasi totalità dei Paesi dell’Europa Occidentale non impone alcuna vaccinazione, ma si limita a formulare delle raccomandazioni: dei 29 Paesi dell’Unione Europea (i 27 dell’UE più Norvegia e Islanda), 17 non hanno alcuna vaccinazione obbligatoria (quasi tutti i Paesi dell’Europa Occidentale più Estonia e Lituania); tra i Paesi dell’Europa Occidentale, hanno vaccinazioni obbligatorie solo Italia e Grecia (con 4 vaccini) e Francia (con 3 vaccini).
7 – Oggi i bambini sono immunologicamente più deboli dei coetanei di qualche decennio fa per molteplici motivi: maggior numero di fattori di malattia o di non-salute nei genitori; alimentazione nutrizionalmente più povera e squilibrata; ambiente più inquinato; più facile ricorso a trattamenti farmacologici sia nella madre durante gravidanza, parto e/o allattamento, sia nel neonato; maggior incidenza di parti cesarei, ecc. (sottolineatura non degli autori)
8 – La letteratura scientifica attuale conferma l’evidenza clinica che quanto maggiore è il numero dei vaccini somministrati contemporaneamente e quanto più è piccolo e/o nato prematuramente il bambino, tanto maggiori sono i rischi di reazioni avverse.
9 – Le attuali conoscenze di immunologia non considerano razionale la somministrazione parenterale contemporanea di 7 antigeni vaccinali ad un neonato di pochi mesi di vita, anche perché in Natura, indipendentemente dal grado di contagio, non si manifestano mai simultaneamente 7 patologie infettive e ciò significa che l’organismo non è fisiologicamente idoneo a gestire una tale evenienza.
10 – Se esistono vaccini pediatrici multipli, non capiamo perché non debbano essere commercializzati anche i medesimi vaccini singoli; infatti, ad esempio, non è chiaro perché una donna, che prima di una eventuale futura gravidanza desideri vaccinarsi contro la rosolia, debba essere obbligata ad inocularsi anche i vaccini contro il morbillo e la parotite (vaccino MPR).
11 – Nella letteratura scientifica, soprattutto negli USA, esiste attualmente una accesa discussione sia sul rapporto rischio/beneficio del vaccino trivalente MPR (contro Morbillo-Parotite-Rosolia) a virus vivi attenuati, sia sull’utilità e sull’efficacia del vaccino anti-HPV (contro il Papillomavirus Umano).
12 – Quest’ultimo è stato commercializzato molto prima che fossero disponibili dati certi sulla sua capacità di ridurre il rischio di tumore della cervice uterina e a tutt’oggi sono disponibili solo estrapolazioni statistiche sulla reale capacità di prevenzione tumorale da parte del vaccino anti-HPV (in ogni caso, sappiamo che può potenzialmente proteggere solo verso 2 dei 13 genotipi virali ad alto rischio oncologico); inoltre, mancano totalmente dei dati longitudinali di farmacovigilanza attiva sul suo reale rapporto rischio/beneficio dopo somministrazione in bambine di 11-12 anni d’età (per tale motivo in alcuni Paesi il vaccino è stato ritirato per precauzione e in Francia, Spagna e Italia centinaia di medici hanno firmato una petizione per sospenderne l’inoculazione).
13 – Recentemente, il vaccino antinfluenzale viene consigliato anche nei bambini sotto l’anno di età, ma è noto che le prove scientifiche che avvalorano la sua efficacia e il suo rapporto rischio/beneficio sono estremamente scarse, deboli e discutibili, sia per la vaccinazione pediatrica che per quella dell’adulto.
14 – I bambini nati prematuri o che hanno riportato una patologia acuta nei primi mesi di vita o che sono ancora affetti da qualche patologia infettiva acuta o che l’hanno superata da poche settimane o che hanno ricevuto farmaci interferenti con il sistema immunitario (antibiotici, cortisonici e/o altri immunosoppressori) nei primi mesi di vita o che hanno subito interventi chirurgici in anestesia generale o che hanno alterazioni immunitarie o che sono figli di genitori con patologie immunitarie o metaboliche o che vivono intensi (per loro) stress psichici o che si trovano in qualsiasi altra condizione squilibrante il loro già debole e precario equilibrio immunitario, sono sicuramente a maggior rischio di danni vaccinali.
15 – Le reazioni avverse dei vaccini non dipendono solo dalla componente antigenica di questi ultimi, ma anche dai loro componenti tossicologici (adiuvanti e conservanti) e sappiamo bene che l’innocuità a lungo termine della somministrazione parenterale in neonati di questi composti, singoli e/o variamente associati tra loro, non è sufficientemente dimostrata, mentre esistono prove scientifiche della tossicità e pericolosità isolata di alcuni di essi, sia in vitro, sia negli animali da laboratorio, sia nell’uomo. Inoltre, è noto che più è piccolo il bambino, maggiore deve essere la quota di antigene necessaria a innescare la risposta immunitaria.
16 – Purtroppo, nel nostro Paese la pratica della segnalazione delle sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini è poco attuata e in alcuni casi è addirittura misconosciuta o addirittura ostacolata, per cui queste segnalazioni sono fortemente sottostimate sia quantitativamente che qualitativamente.
17 – Da molti anni giungono nel nostro Paese, rispetto altri Paesi europei, numerosi immigrati extracomunitari e questo dato suscita allarmi ingiustificati: il fenomeno migratorio, ormai consolidato da decenni in Europa, non ha mai causato la diffusione di poliomielite o difterite neanche nei Paesi europei che hanno basse coperture vaccinali, per esempio come l’Austria (circa 85% di copertura vaccinale: dati OMS e Unicef). È noto invece che gli immigrati, a causa delle precarie condizioni di vita in cui si vengono a trovare, possono essere portatori di ben altre patologie, come tubercolosi, scabbia, salmonellosi, ecc. (sottolineatura non degli autori)
18 – In queste ultime settimane si sta parlando molto di “crollo delle coperture vaccinali” in Italia, ma verificando il dato su Epicentro, abbiamo notato che la flessione media nella copertura è stata molto debole (Allegato 1).
19 – Inoltre, non dimentichiamo che il dato del 95% di copertura vaccinale è l’obiettivo prefissato dal Piano Nazionale Vaccini, non però dalla letteratura scientifica. Per fare un esempio, nel libro Vaccines di Stanley A. Plotkin, Walter A. Orenstein e Paul A. Offit, con la prefazione di Bill Gates (autori notoriamente favorevoli alla pratica vaccinale), sono riportate le soglie ritenute necessarie per ogni malattia infettiva per ottenere la cosiddetta immunità di gregge (herd immunity) nei Paesi occidentali. La tabella riportata (Allegato 2) evidenzia chiaramente che la soglia minima del 95% è totalmente ingiustificata e non deve spaventare.
20 – I dati epidemiologici attuali riguardanti la poliomielite dimostrano che non c’è alcuna evidenza scientifica che il calo delle coperture vaccinali sotto il 95% ponga la popolazione a rischio di epidemie infettive (cfr. ad esempio l’esperienza di Austria, Bosnia e Ucraina). Molti Paesi appartenenti a Regioni geografiche OMS delle Americhe e del Pacifico sono “Polio Free” nonostante abbiano coperture vaccinali ritenute nettamente al di sotto del 95%. Questo tetto percentuale, inoltre, è frutto di una stima statistica e ha un valore puramente orientativo.
21 – Oggi viviamo in un ambiente gravemente inquinato dal punto di vista tossicologico e la letteratura scientifica di questi ultimi anni correla l’inquinamento con molte patologie sia neuropsichiatriche, sia metaboliche, sia degenerative del bambino, patologie che hanno sempre alla base un interessamento immunitario sul quale l’alterazione indotta da precoci e multiple vaccinazioni può aggiungersi come fattore sinergico paragonabile a quella “goccia che può far traboccare il vaso”. (sottolineatura non degli autori)
La nostra proposta, pertanto, è così articolata
1 – Obiettivo di ogni trattamento medico deve essere sempre la sua personalizzazione, perché deve essere adattato alle caratteristiche personali, nutrizionali, familiari, ambientali e sociali di ogni singola persona. La ricerca medica va in questa direzione: si punta sulla personalizzazione della terapia, si cercano i farmaci più efficaci ad esempio anche in base al genoma dell’individuo.
2 – I genitori sono i primi responsabili della salute dei loro figli. Nell’ambito dei temi sociali oramai correnti e universalmente accettati della democratizzazione della Medicina, della libertà di scelta terapeutica, della collaborazione del paziente con il medico all’atto terapeutico e dell’obbligatorietà della consapevolezza, cioè del “consenso informato” da parte del paziente, i genitori dovrebbero essere esaustivamente informati sulla reale necessità e sul rischio/beneficio di ciascun vaccino pediatrico. Di tale azione e responsabilità dovrebbero essere investiti anche i Pediatri di Libera Scelta e le Istituzioni Sanitarie locali.
3 – Nel rispetto della Costituzione Italiana, per garantire la vera tutela della salute è necessario che chi opera nel campo sanitario pubblico non si trovi in alcuna condizione di conflitto di interessi.
4 – Per l’adeguamento dell’Italia alle norme vaccinali attualmente in uso in tutti gli Stati Europei socialmente e culturalmente simili al nostro (come Regno Unito, Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svezia, Portogallo), riteniamo doveroso che venga superato l’obbligo vaccinale. Le mutate condizioni socio-sanitarie e le maggiori consapevolezza, responsabilità e maturità delle attuali e future nuove generazioni di genitori permettono sicuramente di impostare una Medicina Preventiva più moderna e farmacologicamente più razionale, cioè personalizzata in base alle caratteristiche biopatografiche e ambientali dei vaccinandi. Un tale approccio, inoltre, ridurrebbe sicuramente il rischio degli effetti indesiderati dei vaccini.
5 – Prima della vaccinazione, il Pediatra di Libera Scelta dovrebbe raccogliere una dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso, considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest’ultimo nella sua globalità, perché su di lui si ripercuotono anche le condizioni socio-ambientali del territorio in cui vive e quelle lavorative, economiche, nutrizionali, tossicologiche e psico-comportamentali dei componenti della sua famiglia. (sottolineatura non degli autori)
6 – Prima della vaccinazione, il Pediatra di Libera Scelta dovrebbe escludere prudenzialmente eventuali controindicazioni alle vaccinazioni e a tale scopo, nel caso lo ritenesse opportuno, dovrebbe eventualmente sottoporre il bambino ad accertamenti laboratoristico-strumentali volti a valutare le sue condizioni immunitarie e nutrizionali, ricercando in particolare la presenza dei marker di flogosi.
7 – Nel momento della vaccinazione, il bambino deve essere sempre in perfetta salute, sia fisica che psichica.
8 – Il Medico Vaccinatore dovrebbe eseguire la vaccinazione solo dopo aver escluso eventuali malattie acute recenti o in atto, dopo aver escluso la presenza di eventuali controindicazioni e dopo aver visitato attentamente il vaccinando: è ovvio che un bambino ha diritto alla massima attenzione.
9 – Nel rispetto della Legge attuale, deve essere garantita la possibilità di eseguire solo le 4 vaccinazioni obbligatorie.
10 – Per ridurre il rischio di reazioni avverse dei vaccini, le vaccinazioni obbligatorie dovrebbero essere iniziate almeno nel secondo semestre di vita, ma dato che ci possono essere delle condizioni specifiche che consiglino un uso anticipato o posticipato di qualche vaccinazione, è necessario che tutti i vaccini (non solo i 4 obbligatori per il nostro Paese, ma anche gli altri, specificatamente quello per la rosolia) vengano commercializzati anche singolarmente per permettere la massima personalizzazione terapeutica.
11 – Allo scopo di essere stimolati a crescere sempre più in consapevolezza e responsabilità verso la pratica vaccinale attuata nei loro figli, i genitori dovrebbero ricevere dal Medico Vaccinatore le schede tecniche dei vaccini in modo da conoscere le proprietà, le controindicazioni, le componenti tossicologiche e le reazioni avverse di ogni farmaco che loro figlio riceverà e poter eventualmente segnalare prontamente eventuali reazioni avverse. Medici e personale addetto alla somministrazione dei vaccini dovrebbero essere opportunamente formati per rendere facilmente fruibili da parte di tutti i genitori tali informazioni.
12 – Nello stesso momento, i genitori hanno il dovere e il diritto di essere informati sull’esistenza della Legge 210 del 1992 inerente le modalità per ottenere l’indennizzo per i danni vaccinali; una legge che deve essere reperibile, esposta e ben consultabile presso la sede dei Servizi di Igiene e di Immunoprofilassi.
13 – Alla luce del fatto che i vaccini, come tutti i farmaci, possono causare dei danni nel vaccinato, sia a rapida che a lenta e tardiva comparsa, per il bene del proprio figlio e per un dovere morale nei confronti degli altri bambini che in futuro verranno vaccinati, i genitori devono essere anche adeguatamente istruiti a segnalare una qualsiasi alterazione o anomalia o cambiamento fisico e/o psichico nel bambino da poco vaccinato avvisando tempestivamente il proprio Pediatra di Libera Scelta e chiedendo, oltre all’ovvia visita medica del piccolo paziente, anche un adeguato trattamento curativo dei disturbi in atto e un trattamento preventivo verso eventuali ulteriori aggravamenti che potrebbero comparire a breve e/o lungo termine.
14 – Nel caso abbia il semplice sospetto di una reazione avversa vaccinale, il Pediatra di Libera Scelta ha sempre il dovere di compilare la scheda di Segnalazione di Sospetta Reazione Avversa (D.M. 23.12.2003). A nostro avviso, va ripristinato l’obbligo di segnalazione della sospetta reazione avversa, accanto ad un meccanismo di incentivazione di questa pratica.
A nostro avviso, un tale approccio vaccinale garantirebbe una migliore difesa della salute pediatrica nei confronti delle malattie infettive ponendo più attenzione ai nostri figli, riducendo il rischio dei danni da vaccino e personalizzando ogni intervento preventivo adattando le più recenti conoscenze scientifiche alle reali necessità pediatriche individuali in considerazioni anche delle attuali modificate condizioni socio-ambientali del nostro Paese.
Questa lettera è stata firmata solo da alcuni di noi per motivi di semplicità, ma sono moltissimi i Medici e le Associazioni che condividono questi concetti che Le abbiamo esposto.
Inoltre, siamo altrettanto certi che sarebbero pronti a firmare decine di migliaia di genitori italiani che si basano su questi principi e che prima di noi si sono accorti che le vaccinazioni pediatriche praticate nel modo finora utilizzato hanno causato dei danni lievi o gravi ai loro figli.
Se il tema delle vaccinazioni è fortemente dibattuto a livello internazionale in questi ultimi anni, è perché l’argomento è ancora scientificamente aperto e allora se vogliamo servire la Verità abbiamo solo una possibilità: unirci tutti attorno ad un tavolo scientifico e discutere l’argomento con cuore aperto e libero da conflitti di interesse. Questo è il Bene della Medicina, il resto è coercizione cieca e scontro frontale che prima o poi si rivelerà contro tutti noi.
Inoltre, noi non chiediamo di andare contro le linee guida internazionali sulle vaccinazioni pediatriche, ma desideriamo aiutare l’Italia ad avanzare nel cammino della Comunità Europea verso la liberalizzazione delle vaccinazioni lasciando ai genitori, dopo averli concretamente e correttamente informati sui pro e contro dei farmaci vaccinali, la decisione finale di accettare o meno questo trattamento.
In fin dei conti, i genitori di oggi esigono giustamente di svolgere i loro diritti di primi seppur non unici responsabili della vita e della salute dei loro figli, ma è palese che in questo cammino hanno bisogno di essere guidati e consigliati dagli Specialisti del settore, in particolare da coloro che sono investiti di cariche istituzionali.
Auspicando che Lei e il Suo autorevole Istituto abbiate compreso la motivazione profonda che ci ha spinti a scrivere questo documento, cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti
Roberto Gava, farmacologo, tossicologo e cardiologo, Vice-Presidente AsSIS (Padova)
Eugenio Serravalle, pediatra, puericultore e patologo neonatale, Presidente AsSIS (Pisa)
Maurizio Proietti, ricercatore dell’ISDE e Presidente Commissione Scientifica AsSIS (L’Aquila)
Antonio Abbate, medico di medicina generale (Roma)
Teresa Adami, infettivologa (Verona)
Damiana Alberti, medico psicoterapeuta (Genova)
Carlo Alessandria, gastroenterologo (Torino)
Paolo Domenico Algostino, pediatra (Torino)
Giovanni Alvino, ginecologo, urologo (Salerno)
Rosario Amelio, dirigente medico (Catanzaro)
Maria Cristina Andreotti, medico di medicina generale (Modena)
Marialisa Angeli, pediatra (Aosta)
Caterina Arcanà, ginecologa (Messina)
Gaetano Arcovito, psichiatra (Messina)
Andrea Aversa, medico di medicina generale (Napoli)
Rita Baraldi, radiologa (Ferrara)
Maurizio Bardi, medico di medicina generale (Milano)
Domenico Battaglia, urologo e andrologo (Ferrara)
Biagia Antonina Bellia, pediatra (Catania)
Cinzia Pia Benedetto, pediatra (Roma)
Innocenza Berni, medico di medicina chimico-clinica (Viterbo)
Laura Bertelè, medico di terapia fisica e riabilitazione motoria e psicologa (Lecco)
Mario Berveglieri, specialista in pediatria (Ferrara)
Elena Beziza, anestesista (Milano)
Mariarosa Bonazzoli, medico di medicina generale (Novara)
Laura Borghi, medico di medicina chimico-clinica (Milano)
Luigi Brunino, medicina fisica e riabilitazione (Padova)
Paolo Campanella, medico di medicina generale (Varese)
Mattia Canetta, medico di medicina interna (Roma)
Maurizio Cannarozzo, medicina del lavoro e psicoterapeuta (Trieste)
Guido Cantamessa, medico di medicina generale (Bergamo)
Flora Cappellin, psichiatra (Torino)
Marco Cavo, cardiologo (Milano)
Carlo Cenerelli, medico di medicina generale (Milano)
Remigio Cenzato, medico di medicina generale (Venezia)
Anna Cesa-Bianchi, pediatra e medico in scienza dell’alimentazione (Sondrio)
Goffredo Chiavelli, pediatra (Treviso)
Giancarlo Cimino, pediatra (Cagliari)
Salvatore Coco. medico di medicina generale (Catania)
Marco Colla, chirurgo d'urgenza (Biella)
Donatella Confalonieri, infettivologa (Mantova)
Ruggero Alberto Consarino, ginecologo (Modena)
Maurizio Conte, pediatra (Roma)
Mariella Cordella, medico di medicina generale (Bologna)
Marisa Cottini, ginecologa (Torino)
Marcello Dalloni, ginecologo (Pesaro)
Eugenio De Blasi, medico di medicina generale (Milano)
Tommaso De Chirico, pneumologo (Milano)
Beatrice Dedor, medico delle cure palliative oncologiche (Milano)
Elena De Giosa, medicina del lavoro (Monza e Brianza)
Monica Delucchi, medico di medicina interna (Genova)
Emilio De Tata, medico sportivo (Reggio Emilia)
Vincenza Di Meglio, medico di medicina interna (Bologna)
Sebastiano Di Salvo, medico di medicina interna (Catanzaro)
Gustavo Dominici, medico di medicina generale (Roma)
Sabine Eck, medico di medicina generale (Modena)
Giuseppe Fagone, medico di medicina generale (Milano)
Paola Fava, medico sportivo (Bologna)
Luisa Ferla, neurologa (Torino)
Maria Luisa Ferrari, specialista in pediatria (Ferrara)
Guglielmo Ferraro, odontoiatra (Salerno)
Fedora Fornaini, anestesista (Livorno)
Andreina Fossati, medico di medicina generale (Napoli)
Giovanna Gallerani, pediatra e neuropsichiatra infantile (Bologna)
Egidio Galli, medico dello sport (Messina)
Elisabetta Galli, medico nutrizionista (Monza e Brianza)
Paolo Garati, medico di medicina generale (Torino)
Lucia Gasparini, endocrinologa (Roma)
Maurizio Giacometti, medico di medicina generale (Bergamo)
Giovanna Gigli, medico e psicologo clinico (Milano)
Giovanna Giorgetti, medico di medicina generale (Terni)
Paolo Giraudo, medico di medicina generale (Torino)
Barbara Grandi, ginecologa (Siena)
Daniele Grassi, urologo (Bologna)
Maria Rita Gualea, medico dello sport (Pavia)
Emilio Iodice, medico di igiene e medicina preventiva, pneumologo e neurologo (Novara)
Giuseppe Leardini, medico di medicina generale (Rimini)
Giuseppe Leone, nutrizionista (Reggio Calabria)
Carmine Lo Schiavo, medico di medicina generale (Chieti)
Alfredo Lubrano, medico di medicina generale (Napoli)
Alberto Magnetti, medico di medicina generale (Torino)
Claudio Mangini, medico di medicina generale (Genova)
Francesco Marino, ematologo (Roma)
Angelo Masi, medico di medicina generale (Bologna)
Chiara Matteoli, medico di medicina generale (Pisa)
Loredana Mattioli, medico di medicina generale (Reggio Emilia)
Pindaro Mattòli, medico di medicina generale (Perugia)
Dario Mazza, odontoiatra (Roma)
Alberto Mazzocchi, chirurgo maxillo-facciale (Bergamo)
Carlo Melodia, medico e biologo (Napoli)
Giacomo Merialdo, igiene e medicina preventiva (Genova)
Simona Mezzera, medico di medicina generale (Firenze)
Dario Miedico, medico legale (Genova)
Monica Monaco, statistica (Bologna)
Livia Mondina, ginecologica (Milano)
Marco Montaldo, pediatra (Cuneo)
Giampiero Moruzzi, medico di medicina generale (Bologna)
Teresa Mosca, ginecologa (Livorno)
Annalisa Motelli, medico del lavoro (Milano)
Gennaro Muscari Tomaioli, medico di medicina generale (Venezia)
Maria Grazia Musso, medico di medicina generale (Genova)
Paola Nannei, pediatra e radiologa (Milano)
Gabriella Niort, endocrinologa (Torino)
Laura Olivero, medico di medicina generale (Torino)
Roberto Olivi Mocenigo, odontoiatra infantile (Modena)
Paola Pamich, medico di medicina generale (Genova)
Maria Paregger, medico di medicina generale (Bolzano)
Veronica Petraglia, medico di medicina generale (Bologna)
Roberto Petrucci , medico di medicina generale (Milano)
Mauro Piccini, medico di medicina generale (Novara)
Chiara Piccinini, medico audiopsicofonologo e biologo (Modena)
Rosella Pierdomenico, pediatra (Ascoli Piceno)
Massimo Pietrangeli, pediatra (Pescara)
Miriam Pisani, medico di igiene e medicina preventiva (Torino)
Emma Pistelli, odontostomatologa (Pistoia)
Raffaella Pomposelli, medico di medicina generale (Milano)
Giuliano Poser, medico sportivo (Pordenone)
Massimo Presacco, medico di medicina generale (Padova)
Luciano Proietti, pediatra e chirurgo pediatra (Torino)
Pietro Rabolli, pneumologo (Savona)
Orazio Raffa, medico genetista e di igiene e medicina preventiva (Messina)
Paolo Roberti di Sarsina, psichiatra (Bologna)
Adele Alma Rodriguez, Presidente LUIMO (Napoli)
Andrea Roncato, fisiatra (Padova)
Antonia Mariapia Ronchi, medico di medicina generale (Milano)
Anna Paola Rosaspina, medico di medicina generale (Bologna)
Gisella Ruzzu, pneumologa (Genova)
Mariateresa Sacchi, pediatra (Milano)
Cristiana Salvadori, medico di medicina generale (Pisa)
Guido Sartori, medico ayurveda (Bologna)
Romana Sartori, medico di medicina generale (Monza e Brianza)
Nicoletta Scoz, endocrinologa e medico delle malattie del ricambio (Bologna)
Sergio Segantini, medico di medicina generale (Firenze)
Francesco Siccardi , medico di medicina generale (Savona)
Chiara Simoncini, medico di medicina generale (Pisa)
Mario Soliani, pediatra (Reggio Emilia)
Maria Grazia Tamburini, geriatra (Bologna)
Carlo Tonarelli, pediatra e neonatologo (Genova)
Diego Tomassone, medico nutrizionista (Torino)
Danilo Toneguzzi, psichiatra e psicoterapeuta (Pordenone)
Elena Tonini, psicoterapeuta (Brescia)
Mariateresa Torri, pediatra (Milano)
Silvana Santoro, medico di medicina generale (Bologna)
Ermatea Trabucco, medico di medicina generale (Salerno)
Anna Truci, medico di medicina generale (Firenze)
Pierluigi Tubia, medico di medicina generale (Venezia)
Giancarlo Usai, infettivologo (Perugia)
Mariateresa Ventrella, pediatra e neuropsichiatra infantile (Bologna)
Franco Verzella, oculista (Bologna)
Giulio Viganò, pediatra (Milano)
Andrea Vincenzi, medico di medicina generale (Modena)
Mariarosa Vitali, neuropsichiatra infantile (Genova)
Grazia Vitelli, medico di medicina generale (Bologna)
Carla Zagonara, medico di medicina generale e psicologa (Bologna)
Marta Zoratti, medico sportivo (Bologna)
Bruno Zucca, medico di medicina generale (Brescia)
Martedì 26 Giugno Digiuno per abolire l'ergastolo.
Nel giorno dedicato dall'ONU all'abolizione della tortura, l'associazione Liberarsi, che da decenni si occupa di carceri, ha organizzato una giornata di digiuno per l'abolizione dell'ergastolo.
L'ergastolo, in particolare quello ostativo, rappresenta una pena inumana, come ebbe a definirla Aldo Moro in una lezione all'Università di Roma, perchè toglie al condannato la speranza. Infatti nei documenti dei condannati all'ergastolo c'è scritto Fine pena 31/12/9999.
Papa Francesco ha definito l'ergastolo Pena di morte nascosta.
Umberto Veronesi si è battuto per l'abolizione dell'ergastolo partendo dal presupposto che ogni uomo cambia biologicamente e psicologicamente ogni 20 anni e quindi non ha senso una pena che finisce solo con la morte.
L'ergastolo è in chiaro contrasto con la Costituzione, che nell'articolo 27 afferma che la finalità della pena è il reinserimento sociale del condannato, reinserimento impossibile se la pena finisce con la morte del condannato.
L'ergastolo è una forma di tortura e fa parte di un sistema di pene vendicative e anticostituzionali.
E' iniziata la raccolta delle firme per otto proposte di legge popolari da parte del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, tra queste c'è l'abolizione dell'ergastolo.
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Venerdì 30 marzo digiuno per l'abolizione dell'ergastolo, la pena di morte nascosta, così definito da Papa Francesco.
NO ALLA PENA DI MORTE. NO ALL'ERGASTOLO.
Per aderire clicca qui
Il Governo Gentiloni, in modo irresponsabile, continua a non approvare la riforma dell'Ordinamento penitenziario. E' possibile sottoscrivere un appello al Governo affinché ratifichi il decreto attuativo della riforma carceraria per far uscire il Paese dall'illegalità e dall'incostituzionalità. Cliccando qui è possibile sottoscrivere l'appello firmato da prestigiosi giuristi e accademici.
Dalla mezzanotte di lunedì 22 gennaio, Rita Bernardini riprende il Grande Satyagraha.
Personalità del mondo della cultura, della politica, detenuti, radicali e singoli cittadini stanno aderendo all'azione nonviolenta. Ad oggi Martedì 13 Febbraio, hanno aderito più di 9000 persone tra cittadini detenuti e cittadini non detenuti.
Diario della mia partecipazione al Grande Satyagraha: Giovedì 22 Febbraio: quinto giovedì di digiuno.
Il 22 febbraio il Governo, nella sua ultima riunione prima del voto del 4 marzo, non ha approvato il decreto delegato dell'ordinamento penitenziario, quello che riguarda le pene alternative. Con questa decisione il Governo ha chiuso il dialogo che Rita Bernardini, il Partito Radicale, 10 mila cittadini detenuti, qualche centinaio di cittadini liberi avevano aperto con esso attraverso lo sciopero della fame.
Trasformando lo sciopero della fame in altre forme, ho deciso di votare il 4 marzo per Potere al Popolo perchè nel suo programma sono previsti l'amnistia, l'indulto, l'abolizione dell'ergastolo e del 41bis, dimostrando, così di non avere paura delle sue idee sul carcere e di dichiarale in modo chiaro in campagna elettorale al contrario dei partiti di Governo, che all'ultimo momento non hanno approvato la riforma dell'ordinamento penitenziario.
Appello dell'azione nonviolenta:
Noi sottoscritti partecipiamo all’iniziativa nonviolenta del Grande Satyagraha dedicato a Marco Pannella affinché Governo e Commissioni parlamentari
1) portino a termine, con l'approvazione definitiva prima delle elezioni politiche del 4 marzo, l'iter dei decreti legislativi di riforma dell'ORDINAMENTO PENITENZIARIO
completino urgentemente la riforma con i decreti attuativi mancanti, in particolare quelli riguardanti l'AFFETTIVITA' e il LAVORO in carcere.
Chiediamo un atto di responsabilità da parte del Governo
di fronte alla condizione di sistematica violazione dei diritti umani fondamentali nell'esecuzione penale nel nostro Paese.
Cliccando qui si possono scaricare i moduli di adesione.
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